Tumore del seno

Prendersi cura della propria salute è importante, non soltanto per sé stessi ma anche per coloro che ci circondano. Dalla salute della donna dipende infatti molto spesso l’organizzazione della famiglia in senso lato, e quindi della società, ed è per questo che serve un’adeguata informazione sulle patologie connesse al genere femminile.

Gli organi interessati: come è fatto il seno?

Il seno è costituito da un insieme di ghiandola e tessuto adiposo ed è posto tra la cute e la parete del torace; in una ghiandola mammaria adulta vi sono da 15 a 20 lobi.

La ghiandola mammaria è costituita da un duplice strato di cellule epiteliali; quello interno o endoluminale delle cellule duttali e quello esterno delle cellule mioepiteliali, circondati dalla membrana basale.

I dotti sono organizzati in una struttura ramificata in cui ogni branca termina con un’estremità, definita unità dutto-lobulare, dalla quale originano gli alveoli produttori di latte nella ghiandola matura. Il latte giunge al capezzolo dai lobuli attraverso piccoli tubi chiamati dotti galattofori.

Quali sono i tipi di tumore del seno?

Tutti i carcinomi mammari originano dall’unità duttulo-lobulare terminale e si distinguono in tumori in situ e tumori invasivi. Il primo gruppo è costituito per l’80% dal carcinoma duttale in situ (CDIS), che si presenta come una popolazione di cellule maligne ancora contenute all’interno dei dotti mammari, circondati dalla membrana basale, e pertanto non può raggiungere i vasi linfatici ed ematici né disseminare a distanza.

Il carcinoma microinvasivo è un tumore intraduttale che presenta al suo interno un numero variabile di focolai, di diametro massimo non superiore a 0,1 cm, di infiltrazione dello stroma.

Nell’ambito dei carcinomi invasivi, si distinguono sei istotipi differenti, il più frequente dei quali (70-80%) è il carcinoma duttale invasivo, seguito dal carcinoma lobulare. Non è rara la coesistenza di pattern diversi in un’unica neoplasia.

Il tumore lobulare è caratterizzato da una maggiore tendenza alla multicentricità (più foci in quadranti differenti della stessa mammella), alla multifocalità (più foci nello stesso quadrante) ed alla bilateralità.

Quale incidenza e prognosi del tumore del seno?

Il tumore del seno è la più frequente patologia maligna nel sesso femminile e la prima causa di morte tra le donne sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli economicamente sviluppati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito il tumore del seno la seconda neoplasia maligna più comune al mondo dopo il tumore del polmone, e la più frequente tra le donne con una stima di 1,67 milioni di nuovi casi diagnosticati nel 2012, cioè il 25% delle diagnosi complessive di cancro. Entro il 2020 ci saranno approssimativamente 2 milioni di nuovi casi di tumore del seno ogni anno. Solo in Italia si stimano 47.000 nuovi casi di cancro al seno ogni anno, con una incidenza in costante aumento (circa 3% annuo) e con un 2% osservato nella popolazione maschile.

A fronte dell’incremento dell’incidenza, a partire dagli anni novanta, si è assistito, negli Stati Uniti ed in Europa, ad un significativo declino nella mortalità specifica, dovuto all’introduzione dei programmi di screening, all’incremento di casi diagnosticati in fase precoce e all’introduzione di nuove e più efficaci terapie anti-tumorali.

Infatti, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, indipendentemente da altre comorbilità, è in moderato e costante aumento (78% per le donne ammalate dal 1990 al 1992, 87% dal 2005 al 2007). Infatti se un tumore della mammella viene identificato e trattato precocemente, le possibilità di guarigione per la donna aumentano, fino ad oltre il 95% dei casi.

Dalla letteratura emerge come il rischio di ammalarsi di carcinoma della mammella aumenti con l’aumentare dell’età, con una probabilità di sviluppo di cancro al seno del 2,3% fino a 49 anni (1 donna su 45), del 5,2% tra 50 e 69 anni (1 donna su 19) e del 4,4% tra 70 e 84 (1 donna su 23).

Come si fa diagnosi di tumore del seno?

Il percorso diagnostico di una donna con un sospetto tumore del seno non è una serie di controlli standardizzati e sempre uguali per ogni paziente. L’esatto programma viene definito caso per caso, in relazione a molteplici fattori, quali ad esempio l’età della paziente, il tipo di seno, la familiarità e la concomitanza di patologie associate.

L’esame clinico è l’esame di base attraverso il quale il medico è in grado, tramite l’ispezione e la palpazione del seno, di avvertire la presenza di un nodulo sospetto e di identificarne le caratteristiche.

La mammografia è l’esame strumentale che offre la maggiore sensibilità anche per i tumori in fase iniziale, soprattutto in donne con seni prevalentemente adiposi ed a partire dai 40 anni di età.

Un altro esame fondamentale è l’ecografia mammaria, particolarmente nelle donne giovani o con seni densi, e associata alla mammografia ne incrementa la sensibilità.

L’esame citologico su agoaspirato e l’agobiopsia percutanea consentono analisi di tipo microscopico delle lesioni, oltre che una serie di parametri biologici fondamentali ai fini di una corretta pianificazione chirurgica e terapeutica in generale.

La Risonanza magnetica (RM) della mammella integra gli esami precedentemente descritti in casi selezionati come ad esempio, in presenza di seni densi, rischio familiare elevato, diagnosi dubbia di recidiva di malattia, valutazione di pazienti con protesi mammarie.

I fattori di rischio per il tumore del seno

Fattori riproduttivi: una lunga durata del periodo fertile, con un menarca precoce ed una menopausa tardiva e quindi una più lunga esposizione agli stimoli proliferativi degli estrogeni ovarici; la nulliparità, una prima gravidanza a termine dopo i 30 anni, il mancato allattamento al seno.

Fattori ormonali: incremento del rischio nelle donne che assumono terapia ormonale sostitutiva durante la menopausa.

Fattori dietetici e metabolici: l’elevato consumo di alcol e di grassi animali ed il basso consumo di fibre vegetali. L’obesità in postmenopausa è un fattore di rischio riconosciuto. La sindrome metabolica, caratterizzata dalla presenza di almeno tre dei seguenti fattori: obesità addominale, alterato metabolismo glicidico (diabete o prediabete), elevati livelli dei lipidi (colesterolo e/o trigliceridi) e ipertensione arteriosa, aumenta il rischio di malattie cardiovascolari ma anche di carcinoma mammario. La sindrome metabolica riconosce una predisposizione genetica, ma al suo sviluppo contribuiscono stili di vita basati su scarsa attività fisica e diete ipercaloriche, ricche di grassi e carboidrati semplici.

Familiarità ed ereditarietà: anche se la maggior parte di carcinomi mammari sono forme sporadiche, il 5-7% risulta essere legato a fattori ereditari, ed in particolare alla mutazione di due geni, BRCA-1 e BRCA-2. Nelle donne portatrici di mutazioni del gene BRCA-1 il rischio di ammalarsi nel corso della vita di carcinoma mammario è pari al 65% e nelle donne con mutazioni del gene BRCA-2 pari al 40%.

Come si cura il tumore del seno?

La gestione del tumore del seno, dalla diagnosi alla cura ed alla riabilitazione, è un tipico modello di percorso integrato multidisciplinare. Tale approccio è radicalmente mutato negli ultimi decenni, con ripercussioni sulla prognosi della malattia e sulla qualità di vita delle pazienti. Un approccio scientificamente valido richiede un costante aggiornamento e la professionalità non di un singolo professionista del settore, ma di un’intera equipe, con un continuo e proficuo scambio di dati ed informazioni attraverso un confronto aperto e la discussione periodica multidisciplinare dei casi trattati.

Figura. I professionisti che operano nella Breast Unit.

Il modello ideale per far convergere questi professionisti e consentire una presa in carico completa delle pazienti con carcinoma mammario, è rappresentato dalla creazione non solo di percorsi ma anche di spazi dedicati, definiti Breast Unit.

Le Breast Unit sono unità funzionali in grado di garantire quel livello di specializzazione delle cure, dalle fasi di screening sino alla gestione della riabilitazione psicofunzionale, per ottimizzare la qualità delle prestazioni e della vita delle pazienti, garantendo l’applicazione di percorsi diagnostici terapeutici e assistenziali (PDTA) aggiornati e aderenti allo stato dell’arte delle linee guida internazionali.

La cura del tumore della mammella si è sempre più perfezionata nel tempo e oggi la donna può contare su diverse possibilità di cura e su maggiori probabilità di sopravvivenza. Tenendo conto del fatto che la malattia può presentarsi in diverse forme, la personalizzazione delle cure rappresenta la sfida più impegnativa nel trattamento di questo tumore. La scelta della terapia dipende da diversi fattori, tra i quali le caratteristiche istologiche e biologiche del tumore e le caratteristiche della paziente (ad esempio, età e presenza di altre malattie), che possono influire sulla storia clinica della malattia e sulla risposta alla terapia.

Le strategie terapeutiche consistono in trattamenti loco-regionali (chirurgia e radioterapia) e terapie sistemiche (chemioterapia, terapia ormonale, anticorpi monoclonali o terapia biologica) da attuare in sinergia con l’intervento, in fase pre-operatoria (neoadiuvanti) o post-operatoria (adiuvanti).

Inoltre, nella pratica clinica, un numero crescente di pazienti richiede un approccio olistico al problema, ovvero una integrazione tra un trattamento specialistico basato sulle più recenti acquisizioni della medicina occidentale e cure complementari che considerino la persona nella sua unità psico-fisica, attraverso un approccio personalizzato, secondo i principi di una moderna “Medicina di Precisione”.

A tale scopo una Breast Unit deve arricchirsi della competenza di figure qualificate in grado di offrire trattamenti complementari utili a ridurre gli effetti collaterali delle terapie tradizionali e favorire un migliore recupero del benessere psico-fisico (Terapie Oncologiche Integrate). L’oncologia integrata si propone di associare al gold standard delle terapie convenzionali un programma nutrizionale personalizzato e i più aggiornati e scientificamente validati trattamenti complementari (agopuntura, riflessologia, fitoterapia e micoterapia, pratiche body-mind, omeopatia). Nel modello integrato, si cerca la sinergia ottimale tra terapie antitumorali e potenziamento immunitario dell’ospite, per un empowerment del paziente oncologico, attraverso il supporto psicologico e la condivisione delle strategie terapeutiche.

Quale prevenzione possibile?

Se l’anticipazione diagnostica e l’affinamento degli strumenti diagnostici e terapeutici hanno consentito una progressiva riduzione della mortalità (prevenzione secondaria), minori sforzi sono stati compiuti a livello internazionale sul piano della prevenzione primaria, ovvero sulla promozione delle regole di sana alimentazione e attività fisica regolare.

Gli interventi di educazione sanitaria si basano sulle raccomandazioni del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro e sono legati a modificazioni dello stile di vita:

  • Mantenere un adeguato indice di massa corporea (BMI)
  • Effettuare attività fisica regolare
  • Limitare il consumo di alimenti ad alto indice glicemico
  • Basare la propria alimentazione prevalentemente sui cibi di provenienza vegetale, con cereali non industrialmente raffinati e legumi ad ogni pasto e un’ampia varietà di verdure e di frutta
  • Limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate
  • Limitare il consumo di bevande alcoliche
  • Limitare il consumo di sale e di cibi conservati sotto sale
  • Evitare cibi contaminati da muffe (assicurarsi del buono stato di conservazione dei cereali e dei legumi ed evitare di conservarli in ambienti caldi ed umidi).
  • Assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso una nutrizione variegata
  • Allattare i bambini al seno per almeno sei mesi
  • Non fumare (evitare anche l’esposizione al fumo passivo)

Info & Contatti

Per maggiori informazioni si può scrivere alla casella di posta  oppure telefonare al numero 06 3015 7077 dal lunedì al venerdì dalle ore 15.00 alle 18.00.

Per prenotare una prima visita chirurgica presso il Centro Integrato di Senologia, situato al 7° piano Ala O, si può scrivere alla casella oppure telefonare al numero 06 3015 6327, dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle 19.00.

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