I tumori sono la seconda causa di morte femminile, dopo le malattie cardiovascolari. Secondo il Rapporto dell’Associazione Italiana dei Registri Tumori, nel nostro Paese una donna ogni quattro ha la probabilità teorica di ammalarsi di tumore nel corso della vita, mentre la probabilità di morire a causa di un tumore riguarda una donna ogni 11.
Alla luce di questi dati, è evidente che la ricerca scientifica e il progresso in campo medico rivestono un ruolo cruciale in chiave di miglioramento delle terapie. Il Polo Scienze della Salute della Donna e del Bambino del Policlinico Gemelli è, anche sotto questo profilo, all’avanguardia e promuove una intensa attività di ricerca scientifica.
L’obiettivo è quello di portare avanti percorsi di innovazione che possano migliorare le terapie, sia dal punto di vista farmacologico che dal punto di vista delle nuove tecniche chirurgiche mininvasive.
All’interno del Polo Salute della Donna e del Bambino, la ricerca si sviluppa su due filoni: da una parte attraverso Clinical Trials (vedi sotto) e, quindi l’apertura di protocolli sperimentali, farmacologici e chirurgici; dall’altra, attraverso la ricerca in laboratorio, grazie alle attività del “Precision Medicine Research Center of Woman and Child Health” – inaugurato l’11 maggio del 2016.
L’obiettivo è quello di avere un approccio multidisciplinare, permettendo e investendo nella collaborazione e nell’integrazione di competenze tra le Scienze biologiche e farmacologiche e le Scienze mediche e, quindi, tra ricercatori e clinici.
Attualmente, l’equipe di ricerca è impegnata nei seguenti Clinical Trials
OVAIO | BEVA-BIO1
Recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato l’efficacia nel carcinoma ovarico di farmaci cosiddetti antiangiogenetici, in grado di distruggere le cellule tumorali eliminando i vasi sanguigni che nutrono il tumore stesso. Tuttavia, l’efficacia di tali farmaci è variabile in base alle specifiche caratteristiche geniche della singola paziente. Il presente progetto sarà pertanto volto ad identificare un’associazione di molecole, cosiddetta firma molecolare, in grado di predire l’efficacia di agenti antiangiogenetici nel trattamento del carcinoma ovarico, utilizzando l’innovativa metodica della nanofluidica.
OVAIO | OVMOL-1/2
Attualmente l’estensione del carcinoma ovarico viene valutata attraverso l’asportazione chirurgica di una serie di tessuti, e la loro successiva analisi istologica. Tuttavia, sappiamo oggi che il tumore rilascia nel circolo sanguigno frammenti del suo DNA, cosiddetto DNA tumorale circolante, che possiamo rivelare attraverso la metodica della “biopsia liquida”. Alla luce di tali nuove evidenze, appare di particolare interesse la possibilità di identificare focolai microscopici tumorali avvalendosi della ricerca del DNA tumorale circolante. In questi progetti valuteremo quindi la possibilità di ottenere una stadiazione molecolare nelle pazienti affette da carcinoma ovarico iniziale e avanzato utilizzando la ricerca del DNA tumorale circolante.
OVAIO | FERTILITY-1
Nelle ultime decadi abbiamo assistito al progressivo spostamento della prima gravidanza verso la terza quarta decade della vita della donna. Tale fenomeno fa sì che sempre più pazienti ricevano una diagnosi di carcinoma ovarico prima di aver completato il loro programma riproduttivo. In tali giovani donne desiderose di prole, ed affette da neoplasia maligna ovarica oltre il 30% presenta un particolare tipo di tumore cosiddetto endometrioide, molto spesso ormono-dipendente. Il presente progetto valuterà quindi se i livelli di espressione dei recettori ormonali per estrogeno e progesterone possano identificare con successo quelle pazienti con tumore meno aggressivo, suscettibili di ricevere in sicurezza un trattamento oncologico in grado di preservare la fertilità.
CERVICE | NEOCERVIX-1
Nonostante gli avanzamenti conseguiti nel corso delle decadi passate, attraverso l’introduzione di programmi vaccinali contro l’HPV, e la diffusione sempre più ampia di programmi di screening, il tumore maligno della cervice uterina in fase localmente avanzato continua a rappresentare la seconda neoplasia maligna più frequente dopo il carcinoma della mammella nelle donne di età inferiore ai 35 anni. In tali pazienti, la radiochemioterapia concomitante rappresenta il trattamento di scelta, tuttavia l’efficacia di tale approccio terapeutico è variabile in base alle caratteristiche della singola paziente. Il presente progetto, svolto in collaborazione con l’agenzia ENEA, si baserà sull’identificazione di un gruppo di molecole in grado di predire la risposta alla radiochemioterapia concomitante nel carcinoma della cervice uterina localmente avanzato.
ENDOMETRIO | ENDSEROUS-1/2
Il carcinoma dell’utero rappresenta il tumore maligno ginecologico più frequente. Nell’ambito di tali neoplasie il sottotipo cosiddetto sieroso è purtroppo caratterizzato da una scarsa sensibilità ai chemioterapici convenzionalmente utilizzati. In tali donne risulta pertanto fondamentale identificare i meccanismi di chemioresistenza, sviluppando nel contempo nuovi agenti farmacologici. Il nostro Laboratorio, di concerto con il dipartimento di Ostetricia e Ginecologia della Mayo Clinic di Rochester (USA), ha pertanto sviluppato due progetti di ricerca volti a ottenere colture cellulari derivanti da tumore maligno sieroso dell’utero testando su tali sistemi cellulari nuovi potenziali farmaci.
Per quanto riguarda il TUMORE DELL’OVAIO sono aperti molteplici protocolli:
Chirurgia e chemioterapia intraperitoneale (HIPEC) versus sola chirurgia nelle pazienti affette da prima recidiva platino sensibile di carcinoma ovarico: studio multicentrico prospettico randomizzato. (HORSE)
Si tratta di uno studio randomizzato multicentrico, che coinvolge più centri oncologici in tutta Italia, il cui obiettivo è quello di valutare dell’intervallo libero da progressione di malattia in pazienti affette da prima recidiva di carcinoma ovarico platino sensibile (cioè pazienti che hanno avuto una recidiva di neoplasia dopo più di 6 mesi dalla fine della chemioterapia a base di platino) dopo trattamento chirurgico standard esclusivo versus chirurgia associata a chemioipertermia intraoperatoria.
Studio di fattibilità sulla chemioterapia intraperitoneale pressurizzata (PIPAC) a base di platino e doxorubicina in pazienti con carcinoma ovarico platino – resistente.
Lo studio ha come obiettivo generale quello di supportare ed eventualmente validare l’uso della chemioterapia per aerosol pressurizzata intraperitoneale (PIPAC) quale presidio terapeutico nelle pazienti affette da carcinoma ovarico avanzato platino-resistenti. Le pazienti che rientrano nei criteri di inclusione dello studio vengono sottoposte a laproscopia diagnostica per valutare l’estensione di malattia e conseguente chemioterapia pressurizzata durante la seduta operatoria. Si potrnno effettuare ulteriori cicli ogni 4-6 settimane per 3 cicli consecutivi.
Protocollo per lo studio sperimentale CHORINE, riguardante interventi di peritonectomia (PC) associata a chemio ipertermia intra peritoneale (HIPEC) per carcinosi peritoneale da neoplasia epiteliale tubo/ovarica in stadio avanzato. Studio di fase III con l’intento di definire l’efficacia della chemio ipertermia intraperitoneale associata a chirurgia citoriduttiva nell’aumentare la sopravvivenza libera da malattia, valutandone, inoltre, l’impatto in termini di morbi mortalità perioperatoria.
Si tratta di uno studio prospettico randomizzato che coinvolge più centri in cui vengono confrontati l’outcome della chirurgia esclusiva versus chirurgia + chemioipertermia intraoperatoria in pazienti con carcinoma ovarico stadio IIIC non citoriducibili in prima istanza e sottoposte a 3 cicli di chemioterapia neoadiuvante secondo lo schema carboplatino e taxolo, a cui seguiranno ulteriori 3 cicli di chemioterapia adiuvante secondo lo stesso schema. L’obiettivo dello studio è quello di valutare l’intervallo libero da malattia, la sopravvivenza globale, le complicanze postoperatorie, la tossicità correlata alla chemioipertermia.
Chirurgia citoriduttiva seguita da chemio ipertermia intraperitoneale per la seconda recidiva di carcinoma ovarico: studio
Si tratta di uno studio prospettico in cui vengono arruolate pazienti affette da seconda recidiva di carcinoma ovarico nelle quali la prima recidiva è stata trattata con chirurgia citoriduttiva associata a chemioiperteria intraoperatoria. Se la paziente risulta arruolabile nello studio viene sottoposta ad intervento di citoriduzione con asportazione di tutta la malattia visibile e conseguente chemioiperteria intraoperatoria. L’obiettivo dello studio è quello di valutare l’outcome in termini di intervallo libero da malattia, sopravvivenza globale, complicanze e tossicità dovuta alla ripetizione della chemioterapia intraoperatoria.
Per quanto riguarda L’ENDOMETRIO:
Chirurgia teleassistita nel trattamento della patologia ginecologica nella paziente obesa
La chirurgia laparoscopica robot assistita, cioè effettuata con l’assistenza di bracci robotizzati, sembra rappresentare una nuova frontiera della chirurgia endoscopica. Tale tecnica è stata validata in ambito chirurgico e urologico. Il nostro è uno studio monocentrico che si propone di validare la fattibilità e l’efficacia di tale approccio laparoscopico nell’ambito del trattamento delle principali patologie ginecologiche che richiedono un approccio chirurgico e in particolare in pazienti obese, con BMI compreso tra 30 e 40.
Per quanto riguarda la CERVICE:
Studio di fattibilità sul trattamento conservativo in PZ con carcinoma della cervice uterina stadio “FIGO” IB1-IIA1> 2cm
Si tratta di un protocollo che include pazienti affette da carcinoma della cervice stadio IB1-IIA1 > 2 cm di età inferiore a 40 anni con forte desiderio di gravidanza. La paziente viene sottoposta a linfoadenectomia laparoscopica con l’obiettivo di escludere dallo studio pazienti ad alto rischio. Se viene confermata l’assenza di metastasi linfonodali la paziente verrà sottoposta a chemioterapia neoadiuvante al fino di ridurre il volume tumore e conseguente conizzazione/trachelectomia in base alla risposta clinica al trattamento neoadiuvante.
Chirurgia conservativa in pazienti con carcinoma della cervice uterina a basso rischio
Sono incluse nello studio pazienti con carcinoma della cervice IB1 < 2 cm. La procedura chirurgica consiste nell’effettuare una linfoadenectomia pelvica laparoscopica e conizzazione cervicale/trachelectomia, seguita da stretti FUP in casi di negatività dei linfonodi e dei margini di resezione del cono.
Studio sulla predittività dello stato linfonodale mediante associazione tra 18FDG – PET/TC e biopsia linfonodo sentinella nel carcinoma vulvare grosso volume e/o multicentrico e/o bilaterale. N0 alla diagnostica convenzionale
L’obiettivo dello studio è verificare, nelle pazienti fuori indicazione per l’SNB , l’accuratezza della 18FDG-PET/TC nella predizione dello stato linfonodale, come metodica indipendente e/o integrata all’imaging tradizionale pre-operatorio ed alla stadiazione microinvasiva chirurgica. Lo studio consiste nel sottoporre la paziente a 18FDG-PET/TC e linfoscintigrafia per la marcatura del linfonodo sentinella seguite da chirurgia radicale sul sito vulvare, biopsia del linfonodo sentinella inguinale e linfadenectomia radicale mono/bilaterale. I dati relativi allo stato patologico linfonodale verranno confrontati con lo stato linfonodale descritto all’imaging pre-operatorio convenzionale (TC, ecografia inguinale) ed all’FDG-PET/TC.